OGNI SINGOLO FRAMMENTO DI QUESTI LIBRI, TUTTI ENTUSIASTICAMENTE LETTI,
HA CONTRIBUITO ALLA MEMORIA ATTUALE DEL CALCIO CHE E' ALLA BASE DI QUESTO SITO
ED OFFRE INFINITE COMBINAZIONI DI SCHEMI PER CONTINUARE A GIOCARE IN FUTURO
RINGRAZIAMO DI QUESTO, CON RISPETTO, TUTTI GLI AUTORI.
Algore CiprianoDiego Armando Maradona. Fango, oro e polvere
"La gente mi ama? Per forza, sono bello..."
La totale mancanza di vergogna ? forse la sua caratteristica pi? evidente, seguita dai riccioli a cascata e dal sinistro divino. Diego Armando Maradona ha disegnato una parabola che l'ha portato a toccare con mano (in tutti i sensi) la gloria, il successo, la fama. Da piccoletto di Villa Fiorito a dio di Napoli, fino alla lunga disintossicazione cubana, passando per i gol con l'Argentinos, il Boca, la Nazionale e la difficile parentesi con il Barcellona. Come un re moderno si conviene, sempre circondato da una colorata corte di consiglieri, familiari amanti, giullari, semplici tifosi e pusher incalliti. Il calciatore, l'uomo, il tossicodipendente, l'idolo, il personaggio che fa sempre notizia: sia quando dribla tutta la squadra avversaria e deposita morbidamente il pallone alle spalle del portiere, sia quando, per convincerli a lasciar giocare le sue bambine, spara contro i giornalisti. Chi ? veramente Maradona?
D'Orta MarcelloMaradona ? meglio 'e Pel
Maradona, anche se io non l'ho conosciuto, non ? un personaggio inventato, come Re Art? o l'Uomo Ragno. Maradona ? veramente esistito, ed esiste ancora!
Egli ? stato importantissimo per Napoli. Prima di lui, Napoli non aveva vinto niente, aveva perso pure la guerra mondiale, e invece con lui abbiamo vinto tre scudetti: due, autentici e origginali, e uno rubbato da Berlusconi.
 
Favetto G. LucaA undici metri dalla fine
Campionato di Eccellenza, girone A, terz'ultima giornata, quarantatreesimo del secondo tempo. La capolista Pergo d'Ale, in crisi di risultati e composta per la maggior parte da giocatori ultatrentenni, gioca in casa del Brugherio, terzo in classifica e formato da giovani grintosi e determinati. Mancano pochi minuti alla fine della partita, due pi? recupero, quando l'arbitro fischia a Valerio Peraglie, portiere della squadra ospite, un fallo sull'attaccante lanciato a rete. Calcio di rigore. un penalty che potrebbe riaprire, se trasformato, le sorti dell'intero campionato. Nei pochi secondi che servono al giocatore del Brugherio per mettere il pallone sul dischetto e prendere la rincorsa, il trentasettenne Valerio Peraglie vede scorrere davanti agli occhi la propria vita, sportiva e no: i vecchi compagni di squadra e gli ex allenatori, spesso amati, a volte odiati; gli amici di un tempo, alcuni scomparsi lungo il cammino e altri persi per strada; le donne di una vita, dalla ex moglie Monica, dalla quale si ? allontanato per reciproca incomprensione, all'adorata compagna Giulia. Scritto con uno stile robusto e commovente insieme, A undici metri dalla fine ? un romanzo intenso ed emozionante che prende a pretesto il calcio per raccontare la vita.
Galeano EduardoSplendori e miserie del gioco del calcio
<< Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee S?lle: 'Come spiegherebbe a un bambino che cosa ? la felicit??' 'Non glielo spiegherei', rispose, 'gli darei un pallone per farlo giocare.' Il calcio professionistico fa tutto il possibile per castrare questa energia di felicit?, ma lei sopravvive malgrado tutto. E forse per questo capita che il calcio non riesca a smettere di essere meraviglioso. Come dice il mio amico Angel Ruocco, questa ? la cosa pi? bella che ha: la sua inesauribile capacit? di sorprendere. Per quanto i tecnocrati lo programmino nei minimi dettagli, per quanto i potenti lo manipolino, il calcio continua a voler essere l'arte dell'imprevisto. Dove meno te l'aspetti salta fuori l'impossibile, il nano impertisce una lezione al gigante, un nero allampanato sbilenco fa diventare scemo l'atleta scolpito in Grecia.>>
Liguori Marco; Napolitano SalvatoreIl pallone nel burrone. Come i maggiori imprenditori italiani hanno portato il calcio al crac
Quante volte, giocando a calcio da ragazzi in uno spazio angusto, ma che immaginavamo fosse il Maracan?, abbiamo perso il pallone per un tiraccio fuori bersaglio o un rinvio sbilenco! I grandi hanno fatto lo stesso, mandandolo nel burrone con una gestione dissennata: doping, regali agli arbitri, passaporti falsi, fideiussioni taroccate, ma, sopratutto, un buco di bilancio da brividi. Nell'era delle societ? per azioni a scopo di lucro, e della Borsa, il calcio italiano ? anzitutto questo. Tuttavia i media preferiscono occuparsi di rigori e fuorigioco.
Molti tra i maggiori imprenditori sono corresponsabili dello sfascio: hanno cercato e ottenuto un'immensa massa di denaro, piovuta dalle televisioni, dalle sponsorizzazioni e dalla pubblicit?, e l'hanno dilapidata arricchendo i calciatori e i loro procuratori. Hanno tentato di tappare i buchi, inventandosi le plusvalenze fittizie: senza successo. Anno dopo anno le perdite sono aumentate a ritmo di fallimento. Il pallone resiste solo per le sue solide protezioni politiche e finanziarie; ma non potranno tirarlo fuori dal burrone le leggi approvate ad hoc, come l'ineffabile <
Pastorin DarwinLettera a mio figlio sul calcio
<< Ti vedo correre, figlio mio, calciare, fare l'aeroplanino come Montella dopo il gol. Ti vedo e so che per essere felice ti basta inseguire quel pallone. Ti vedo e ripenso a un bambino nato in Brasile che, come te, non faceva altro che prendere a calci una palla. Quel bambino oggi ? tuo padre. E allora vieni qui. Facciamo finta che sia l'intervallo della partita e ascolta questa storia. Ci sono giocatori famosi e sconosciuti, partite storiche e inutili, gol fatti e gol subiti, come succede nella vita. Perch? il calcio non ? altro che il racconto di tante vite.>>
In questo libro Darwin Pastorin, tifoso e giornalista sportivo con il vizio della letteratura, racconta al figlio piccolo, ma gi? rapito dal fascino dell'erba verde e del pallone, tante vicende di un tempo in cui non c'erano tecnocrati n? fanatici della zona, ma c'erano gol adagiati sulla luna, giocatori eleganti e campioni tanto dentro quanto fuori il rettangolo di gioco. Rivivono cos? in queste pagine, come in un film in bianco e nero, tutta la magia e l'inimitabile fascino del gioco pi? bello del mondo.
Pastorin DarwinTempi supplementari. Partite vinte, partite perse
Calcio, ancora calcio. Ma intriso di memorie famigliari di memorie storiche di memorie letterarie. Le ossessioni di un cronista sportivo innamorato del pallone, della virt? sportiva e degli eroi che hanno fatto grande la storia del football. Pastorin ha ordito una struttura che rammenta (anzi cita) i tempi e i modi di una partita di calcio, ma non ? scrittore che si arresta alla "geometria" del calcio. Eccolo allora compulsare la Storia critica del calio italiano di Gianni Brera, fare di Maradona un filosofo del nostro tempo, discettare di football e teatro faccia a faccia con l'interista Giuseppe Cederna, condividere con Gianni Vattimo la sconfitta della Juve contro il Bilbao nella finale di ritorno della Coppa Uefa, commuoversi per la morte di De Andr?, "anatomizzare" il gol in una piccola succosa storia della palla in rete, ordire considerazioni difficili sul difficile ruolo dell'allenatore. E poi c'? il mondo: il mondo in guerra (la ex Jugoslavia, ma anche il conflitto pi? recente in Medio Oriente), il mondo che non trova, letteralmente, la pace, e Pastorin, dal suo angolo prospettico guarda, osserva e si augura che lo sport - universale com'? -possa fare qualcosa. Ci sono in fondo dei "tempi supplementari" anche nella vita, anche nella vita civile: e il risultato da portare a casa in extremis ? la speranza.
Petrini CarloNel fango del dio pallone
Nato a Monticiano (Siena) nel 1948, Carlo Petrini ? stato uno dei pi? noti calciatori degli anni settanta. Dalle giovanili del Genoa, pass? al Lecce (serie C, 1965-66), torn? al Genoa (serie B, 1966-68), quindi cominci? l'avventura professionistica ai vertici del calcio italiano come centravanti: al milan di Nereo Rocco (1968-69), al Torino (1969-70), al Varese (1971-72), al Catanzaro (1972-74), alla Ternana (1974-75), alla Roma di Nils Liedholm (1975-75), e approd? infine al Bologna (1979-80).
Nella primavera del 1980 risult? coinvolto nella scandalo del calio-scommesse: a Petrini venne inflitta una pesante squalifica che in pratica mise fine alla sua carriera.
In questa autobiografia, sincera fino ad essere spietata, Petrini racconta quello che <
Una coraggiosa auto-confessione nella quale Crlo Petrini ripercorre inoltre le sue peripezie extra-calcistiche successive: le amicizie "pericolose" e un crac finanziario, la fuga all'estero e i lunghi anni di solitudine e di paura, l'indigenza e le malattie, fino alla drammatica morte di un figlio diciannovenne.
Osvaldo Soriano Footbal Club (AA.VV.)Schema Libero
Dall'ultima partita di Gigi Meroni al cameriere che fece perdere lo scudetto al Milan di Rivera; dal cieco che racconta la caduta del mito di Zoff al gol inglese di Capello; dal ragazzino che url? tre volte come Marco Tardelli al russo che fu mandato in Siberia da Marco Van Basten; dai sogni inquieti della moglie di Maradona ai rigori dell'Italia mundial.
Fondato nel luglio 2001, l'Osvaldo Soriano Football Club ? la Nazionale di Calcio degli Scrittori Italiani. Allenata da Giancarlo Magrini, sede sociale Cesenatico, gira l'Italia per far conoscere la lettura attraverso il calcio, regalando libri a ospedali, carceri, biblioteche civiche e scolastiche. Ha come nume tutelare il grande scrittore argentino Osvaldo SOriano, a cui questo libro ? indebitamente dedicato.
Filippo Maria RicciScusate il ritardo - Racconti di calcio africano
In viaggio nel calcio africano, tra storie, aneddoti, passione, morte, magia, risate e amicizia. Un atto d'amore verso il continente e il suo calcio, recitato con ironia e trasporto. Per tanti anni alla domanda Che mestiere fai? Filippo Maria Ricci ha risposto: Esperto di calcio africano. E non era una battuta.
La scintilla era scattata quando, nel 1993, aveva cominciato a scrivere di calcio africano trovando le notizie sui giornali locali, che leggeva girando per la ambasciate romane del continente. Un mal d'Africa preso ai Parioli e mai passato, raccontato in queste pagine con passione e umorismo.
Un bel viaggio, dalla Tunisia al Sudafrica, passando per Camerun, Nigeria, Ghana e altri luoghi non solo africani, dietro a partite, giocatori, tornei, allenatori, per spiegare cosa frena quello che Arrigo Sacchi nel 1992 defině il calcio del 2000, ma anche cosa lo rende unico, affascinante, imprevedibile.
Magia e morte, disorganizzazione e passione, cronica mancanza di mezzi ed entusiasmo travolgente, musica e tradizione. Poi il rapporto con i bianchi, l'impatto dei soldi in arrivo dall'Europa, la fame di calcio e il calcio affamato.
Testimonianze appassionate di un giornalista che ha realizzato il primo album Panini dedicato all'Africa, che si inventato editore per pubblicare un annuario e cominciare a dare una memoria storica al calcio africano, che si trasformato in agente di viaggio per organizzare il ritiro premondiale del Camerun, che ha ballato con Desmond Tutu quando al Sudafrica stato assegnato il primo Mondiale africano, quello del 2010.
Scusate il ritardo.